
"trasFORMARE la PENA"
Martedì 10 giugno, nella suggestiva cornice di Palazzo Barolo a Torino, si è svolto il seminario «trasFORMARE la PENA: formazione per la rieducazione e il reinserimento socio-lavorativo», promosso dalla Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.
L’incontro ha riunito istituzioni, operatori del sistema penitenziario, enti formativi, aziende e rappresentanti del terzo settore, con l’obiettivo di riflettere insieme su un tema complesso e attuale: come accompagnare le persone private della libertà in percorsi concreti di crescita, dignità e futuro, attraverso l’educazione e il lavoro.
Dopo i saluti istituzionali – tra cui quelli del vescovo ausiliare mons. Alessandro Giraudo, della vicesindaca Michela Favaro, del direttore regionale Formazione Istruzione e Lavoro Gianni Bocchieri, del presidente della Casa di Carità Paolo Monferino e di Enrico Zanellati, curatore artistico di Palazzo Barolo – la parola è passata a Italo Fiorin, pedagogista e docente della Scuola di Alta Formazione EIS dell’Università LUMSA, nonché esponente della Fondazione Scholas Occurentes. Il suo intervento ha aperto una riflessione profonda: la pena può diventare un’occasione trasformativa, se accompagnata da percorsi educativi e formativi capaci di restituire senso, responsabilità e opportunità.
Le tre sessioni che hanno scandito la mattinata hanno offerto uno sguardo articolato e approfondito sul tema. La prima, dedicata al contesto nazionale e moderata da Alessia Bondone, Responsabile della Direzione Centrale Formazione, Innovazione e Sviluppo della Casa di Carità Arti e Mestieri, ha visto gli interventi di Emmanuele Crispolti, Responsabile della Struttura Sistemi Informativi di INAPP, Mauro Moretti, Consigliere del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), Andrea Simoncini, Dirigente della Direzione Generale Politiche Attive del Lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e Claudio Cazzanelli, Vicepresidente del Consorzio OPEN. I relatori hanno delineato un panorama complesso ma ricco di esperienze virtuose, offrendo spunti di riflessione e prospettive operative. Al termine della sessione, un breve video ha raccontato i cinquant’anni di attività della Casa di Carità nella formazione in ambito penale.
Il focus si è poi spostato sul contesto piemontese, con una sessione moderata da Alberto Riccadonna, Direttore del settimanale La Voce e il Tempo. Sono intervenuti Enrica Pejrolo, Responsabile del Settore Formazione Professionale della Regione Piemonte, Silvia Sobrero, Direttrice della Progettazione e Attuazione della Casa di Carità Arti e Mestieri, Catia Taraschi, Direttrice dell’Ufficio Detenuti e Trattamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP), Simona Badame, Direttrice Aggiunta dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) di Torino, e Marzia Sica, Responsabile dell’Obiettivo Persone della Compagnia di San Paolo. I diversi contributi hanno evidenziato il valore di un lavoro di rete stabile e strutturato, capace di costruire reali possibilità di reinserimento.
La terza sessione, moderata da Marina Lomunno, giornalista de La Voce e il Tempo, ha dato spazio alle testimonianze dirette. Sono intervenuti Elena Lombardi Vallauri, Direttrice della Casa Circondariale di Torino, Domenico Minervini, Direttore della Casa Circondariale di Cuneo, Tiziana Barisone, Responsabile dei Progetti Formativi di Comau, e una coppia formata da un allievo e dalla sua formatrice, protagonisti di un percorso rieducativo concreto. La loro storia ha restituito con autenticità il senso profondo dell’iniziativa: è possibile rinascere anche nei luoghi più difficili, quando si incontrano fiducia, competenze e opportunità reali.
In occasione dell’evento, le cooperative sociali attive nelle carceri piemontesi hanno presentato i loro prodotti, offrendo concreti esempi di inclusione lavorativa. Tra queste, Voci Erranti di Saluzzo, con i suoi laboratori teatrali, il biscottificio e l’orto sociale; Panatè – Glievitati, che coinvolge detenuti del cuneese nella produzione di prodotti da forno; Patchanka, che opera con attività sartoriali sia all’interno che all’esterno della Casa Circondariale di Torino; e La Strada, che gestisce il tenimento agricolo della Casa di Reclusione di Asti, dedicandosi alla coltivazione di alberi da frutto e alla produzione di miele.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Opera Barolo, essereUmani, Università LUMSA, EIS – Educare all’Incontro e alla Solidarietà e Scholas Occurrentes, con il supporto del media partner La Voce e il Tempo, ha voluto ricordare che la pena non rappresenta solo una fine, ma può diventare un nuovo inizio, se sostenuta da percorsi educativi capaci di rimettere la persona al centro.
Consultate il programma per scoprire i temi affrontati e i relatori della giornata:
Potete scaricare le Slide dei relatori del seminario:
- Slide intervento Prof. Italo Fiorin - EIS - LUMSA
- Slide intervento Dott. Claudio Cazzanelli - Consorzio Open
- Slide intervento Dott.ssa Enrica Pejrolo - Regione Piemonte
Rassegna stampa:
- Casa di Carità avvia al lavoro i detenuti, “ritorno alla vita” (La Voce e il Tempo, 12 giugno 2025)
- Torino. Casa di Carità avvia al lavoro i detenuti, “ritorno alla vita” (Ristretti Orizzonti, 13 giugno 2025)